Andrea Zappia
Negli ultimi anni, la ricerca sugli ebrei in Italia nel medioevo e in età moderna ha fatto notevoli progressi, dando linfa ad una nuova stagione storiografica ormai chiara e definita dalle recenti pubblicazioni di storici come Germano Maifreda e Serena Di Nepi. Da alcuni anni questi studi contano sul finanziamento nazionale e internazionale di tre diversi progetti di ricerca.
I progetti in questione toccano diversi ambiti della storia ebraica in Italia, dalla circolazione di libri alla costruzione di un pensiero politico, dalla mobilità di singoli e gruppi di persone ai matrimoni interreligiosi, e coinvolgono gli atenei di Roma Sapienza, Bologna, Milano Statale e Pisa. Questi sforzi stanno convergendo nella creazione di un atlante unitario dall’intrigante acronimo IN-ITALJA (Interrelations in Italian Jewry Atlas), un’iniziativa ambiziosa che punta a sfruttare l’alto livello di versatilità che le tecnologie digitali odierne consentono. L’atlante IN-ITALJA si propone quindi di intrecciare lo spazio fisico con le relazioni e gli scambi di persone, oggetti e idee, offrendo una visione più dinamica e interconnessa della storia ebraica in Italia.
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Il 9 e 10 luglio si è tenuto a Roma, presso il dipartimento SARAS di Sapienza, un workshop che ha visto coinvolte tutte le competenze dei progetti citati, i tecnici artefici delle parte digitale e i ricercatori impegnati sulle fonti. La prima sessione dell’incontro si è concentrata sul tema dell’inserimento dei dati e sulla creazione delle infrastrutture digitali necessarie. Coordinata da Federica Brambilla (Archivio Storico Intesa SanPaolo), questa sessione ha visto la partecipazione e gli interventi dei numerosi tecnici specializzati coinvolti nei progetti – afferenti a realtà specializzate quali Alicubi, regesta.exe ed il centro di ricerca DigiLab di Sapienza Università di Roma – i quali hanno illustrato il funzionamento e le peculiarità dei tre diversi siti output di questa federazione informale di progetti: il database dell’atlante, il sito istituzionale del progetto e un sito dedicato alla libera fruizione dei prodotti della ricerche scientifiche correlate. In particolare, il database dell’atlante sarà interrogabile a partire da cinque categorie: data, luogo, persone, opere ed eventi. Queste informazioni non saranno solo consultabili in maniera lineare, ma potranno essere incrociate per creare reti di relazioni complesse. La progettazione prevede anche l’uscita di contenuti su siti web, podcast e pubblicazioni, con l’obiettivo di creare una sinergia più stretta e un rapporto osmotico tra tecnici e ricercatori.
Nel corso della seconda sessione i numerosi giovani ricercatori che compongono i gruppi di ricerca hanno presentato i propri ambiti di ricerca ed esposto i primi risultati ottenuti, dedicando particolare attenzione nel condividere le inevitabili problematiche emerse nell’inquadramento di dati così eterogenei all’interno del modello informatico. In questa fase è infatti cruciale identificare e risolvere eventuali incongruenze o difficoltà metodologiche, garantendo l’integrità, la stabilità e l’affidabilità delle informazioni raccolte. Sempre in questa prospettiva, i partecipanti del workshop sono stati impegnati in una esercitazione pratica di inserimento dati, durante la quale hanno avuto l’opportunità, questa volta insieme davanti all’interfaccia di inserimento darti, di scambiarsi e risolvere dubbi e perplessità. Al termine della mattinata è stato fissato il prossimo workshop, che si terrà a Bologna il 12 settembre 2024.
Insomma, il progetto IN-ITALJA ha tutta l’aria di essere uno tassello molto più che significativo per chi si dedica agli studi ebraici in Italia, addetti ai lavori o semplici ma intraprendenti appassionati. La combinazione di tecnologie avanzate, interdisciplinarità eduna vastissimagamma di fonti provenienti dadocumenti d’archivio, opere d’arte, oggetti e libri promette infatti diaprire nuovi orizzonti nella conoscenza e nella comprensione delle vicende ebraiche negli antichi stati italiani, inserendo appieno questa branca degli studi storici nel contesto delle digital humanities e proiettandola, grazie alle tecnologie informatiche in costante ed esponenziale sviluppo, verso il futuro